lunedì 4 febbraio 2013

Fotovoltaico e idroelettrico: un matrimonio che s'ha da fare?

La potenza fotovoltaica installata in Italia ha raggiunto da pochi giorni la soglia dei 17 GW (quella allacciata in grado di produrre è leggermente inferiore): un risultato che appare straordinario se si pensa che nel 2007 potevamo contare su appena 87 MW.

Sotto l'aspetto tecnico l'introduzione di energia elettrica proveniente da una tale quantità di impianti distribuiti porta ad una serie di cambiamenti che si fanno via via più importanti al crescere della penetrazione: l'incertezza nella produzione - più o meno periodica - si somma a quella relativa alla domanda, ma con varianza ben superiore; la produzione si concentra per il fotovoltaico in alcune ore della giornata dando origine a elevate rampe di carico nel periodo estivo; l'inerzia del sistema si abbassa durante le ore con alta produzione da fonti rinnovabili, rendendo più delicata la gestione della rete in caso di imprevisti. Economicamente rimane poi il nodo della grid parity, ripetutamente data per quasi raggiunta ma ancora sfuggente.


Un sistema ovvio per superare questi limiti consisterebbe nel bilanciare la variabilità delle rinnovabili con sistemi di immagazzinamento: CAES, batterie, idroelettrico. In Italia disponiamo in effetti di una discreta quantità di impianti idroelettrici, per cui vale la pena chiedersi se questa strada sia percorribile in senso tecnico ed economico.